LA SCOPERTA DEL PRIMO ANTIBIOTICO

Nel 1928 il batteriologo Alexander Fleming, durante un esperimento con un terreno di coltura di Stafilococchi osservò un fenomeno singolare: all’interno della piastrina era accidentalmente caduta una spora di comune muffa “Penicillum rubrum” che aveva creato attorno a sé un alone in grado di inibire la proliferazione dello stafilococco. Nasceva una forma embrionale di Penicillina.

IL PREMIO NOBEL PER LA MEDICINA

Dopo la scoperta di Fleming, altri due studiosi Ernst Chain e Howard Walter Florey portarono avanti numerose ricerche affinché, circa dieci anni dopo, si riuscisse a concentrare e purificare il principio attivo. Dal 1943 la penicillina fu largamente impiegata grazie ad un’industria farmaceutica americana mentre ai tre studiosi venne riconosciuto il premio Nobel per la medicina nel 1945.

ANTIBIOTICI DI ORIGINE VEGETALE

I vegetali superiori (piante con radici, fusto e foglie) producono numerosi antibiotici naturali: ad esempio l’olio di iperico contiene l’iperforina che ha un’azione sedativa e antibiotica; dall’idraste è possibile estrarre la berberina attiva contro i funghi come la candida albicans; nell’aglio e nelle cipolle è possibile trovare l’allicina che è un potente antibiotico, analgesico ed antinfiammatorio.

RESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI

È un fenomeno che non descrive l’adattamento di un batterio ad un determinato antibiotico, bensì un fenomeno di mutazione genica spontanea che conferisce proprietà nuove al batterio rendendolo in grado di eludere l’azione inibitoria del farmaco. Il batterio resistente è in grado di:

  • produrre enzimi che modificano il farmaco (ad esempio le B-lattamasi);
  • modificare la struttura su cui agisce il farmaco;
  • utilizzare una linea metabolica diversa da quella inibita;
  • modificare la permeabilità cellulare, impedendo il passaggio o l’adesione della molecola con azione antibiotica.

Nell’eseguire un trattamento antibiotico il medico deve avere cura di isolare il ceppo responsabile attraverso opportuni tamponi, biopsie o liquor saggiati successivamente attraverso la tecnica dell’antibiogramma. D’altro canto però il paziente deve porre attenzione nella posologia della terapia che sta seguendo, evitando di sospendere precocemente l’antibiotico. Entrambe le situazioni infatti predisporrebbero il paziente ad un’esposizione reiterata all’antibiotico, favorendo un fenomeno di antibiotico resistenza.

TROPPI ANTIBIOTICI NEGLI OSPEDALI EUROPEI

Secondo un recente studio1 del Centro Europeo per il Controllo delle Malattie (Ecdc), ogni anno 33mila pazienti perdono la vita a causa di infezioni provocate da batteri resistenti agli antibiotici. Questa resistenza si sarebbe sviluppata a causa di un’eccessiva somministrazione di cure antibiotiche, spesso non indispensabili e prolungate anche quando non più necessarie. Per quanto riguarda i singoli paesi, l’Italia conta un terzo delle morti per infezioni resistenti sul continente europeo e occupa il secondo posto in questa graduatoria, dietro solamente alla Bulgaria.

1:  https://www.epicentro.iss.it/resistenza_antibiotici/dati-2012-2016-ar-iss